Cristina Pavesi

Cristina Pavesi

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Forme organiche biomorfe

Dopo trent’anni, nei quali non ho smesso un solo giorno di fare arte, fra installazioni, video, sculture e mandala di carta, ho ripreso a dipingere.

Cercavo l’essenza, l’infinito che comprendesse anche il concetto di immortalità dell’anima.  Quale simbologia più adatta del cerchio? Il mio è un cerchio imperfetto, ancora alla ricerca della sua perfezione interiore, galleggiante nel vuoto dello spazio, messo in relazione fra più unità, in sovrapposizione o in inclusione.
Certamente si rifà ad un’idea di astrazione organica, della materia vivente, i miei nuclei possono essere semi, cellule, gestazioni, divisioni molecolari, ma sono anche ricerca della pura energia che si svolge in un atto di meditazione attiva come il dipingere.

Ho trovato, girovagando intorno al concetto di punto energetico, la parola bindu.

In sanscrito bindu  significa punto o goccia, è fonte della creazione, luogo misterioso, magazzino del karma accumulato nelle vite precedenti, di tutte le tendenze inconsce, di tutti i ricordi, centro della ruota del chakra.

E’ il punto in cui coesistono gli opposti, è la rotta per il divino. Secondo l’opinione di antichi saggi, quando si riesce a riattivare bindu ci si emancipa dalle malattie sia mentali che fisiche e si ritrova l’armonia originaria che ci mantiene sincronizzati con l’universo.

Simbolo sacro dell’Universo il bindu viene rappresentato come un punto dal quale secerne il nettare della vita, un liquido inebriante che serve a mantenere in vita il corpo fisico, ma è anche il produttore del nettare dell’immortalità.

Credo che la pittura, il colore sulla tela sia come questo nettare che giorno dopo giorno mantiene vivo il corpo e promette l’immortalità dell’anima.

Dipinti, acrilici su tela, pastelli, disegni

Dal 2018 ricomincio dal disegno di forme semplici: ovale, tondo, spirale, forme organiche in evoluzione ricercando una combinazione ideale attraverso la pittura.

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